Vino da leggenda, vino degli Dei, giunto sino a noi dalla lontana preistoria, leggenda dei popoli erranti dell’Asia Minore: questo è il MOSCATO DI SCANZO.
Il Moscato di Scanzo viene raccolta manualmente dall'inizio fino alla metà di ottobre in cassette di plastica stando attenti a non rovinare gli acini.
Una volta raccolto vengono eliminati gli acini rotti in modo da prevenire la muffa durante il periodo di appassimento.
Una volta ripuliti tutti i grappoli di Moscato di Scanzo dagli acini rotti, questi vengono riposti in cassette apposite, che favoriscono il passaggio dell'aria, e lasciati a passire dai 21 ai 40 giorni (in base alle condizioni atmosferiche).
L'appassimento avviene in un locale protetto ma in modo naturale senza alcun tipo di condizionamento o altro genere di forzatura.
Lasciando a contatto il grappolo con l'ambiente esterno il grappolo assorbe tutte le caratteristiche dell'ambiente.
Durante la fase di appassimento del Moscato di Scanzo si effettuano periodicamente dei monitoraggi e, qualora si ravvisasse la formazione di muffe si procede all'eliminazione degli acini o, nei casi peggiori, dei grappoli.
Una volta raggiunto il grado di appassimento adeguato si procede alla deraspa-pigiatura dei grappoli di Moscato di Scanzo
A questo punto inizia la fase di fermentazione che procede per qualche mese; durante questa fase si effettua inizialmente la torchiatura delle vinacce e successivamente si effettuano periodicamente le mute.
Una volta ultimata la fermentazione si lascia riposare il Moscato di Scanzo ottenuto per quasi 18 mesi durante i quali si effettuano i filtraggi e le mute previste.
Nell'autunno di due anni dopo si effettua l'imbottigliamento per predisporsi alla vendita che può iniziare dopo l'11 novembre.
Il Moscato di Scanzo è un tipico vino da meditazione, colore rosso rubino carico, estremamente profumato con predominanza di frutti di bosco, marasche, che con l’invecchiamento tende ad assumere, in predominanza, il gusto di composta di frutta; in retrogusto sapori di incenso e di pietra focaia.
Colore | Rosso |
Olfatto | profumato con predominanza di frutti di bosco, marasche |
Gusto | gusto di composta di frutta; in retrogusto sapori di incenso e di pietra focaia |
Paolo Russo, dottore in scienze dell’informazione, scopre la passione del Moscato di Scanzo nel 1987.
Quando insieme alla famiglia va a vivere in Scanzorosciate la passione per questo vitigno lo induce a candidarsi nell’associazione del moscato di Scanzo nel 1988 come membro del direttivo e successivamente a fondare l’azienda nel 1996. Dal 1988 è sempre stato promotore di questo vino e socio fondatore delle varie realtà che sul territorio sono nate nel tempo: è stato per due mandati Presidente del Consorzio Tutela del Moscato di Scanzo e Vicepresidente della Strada del moscato di Scanzo e dei Sapori Scanzesi, attualmente è per il terzo mandato consigliere delle Terre del Vescovado e consigliere dell’associazione Produttori e amici del Moscato – Scanzorosciate.
La filosofia dell’azienda è quella di interferire il minimo e indispensabile con la natura, lasciando che le uve e il vino seguano il proprio corso. Si dal vigneto si cerca di non essere troppo invasivi e nella produzione dei vini si vuole ricercare il sapore e i profumi delle uve senza effettuare lavorazioni particolari o forzate: ad esempio non viene utilizzato legno per la lavorazione dei vini, l’ambiente per l’appassimento delle uve è all’aperto per raccogliere il massimo dell’ambiente e dell’annualità.